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Lo stiamo perdendo, lo stiamo perdendo...



...no, non è la pubblicità del telefilm del momento, ma la dura realtà cui mi ha messo di fronte, negli ultimi giorni, il mio cellulare.
Le ho provate tutte: svuotato la cache, di cui ignoravo pure l'esistenza (quante cose si imparano!), eliminate 2 applicazioni, tolte tutte le foto (la maggior parte erano già passate in cd per fortuna), cancellati tutti i messaggi (per pigrizia e per affetto verso alcuni non era stato mai fatto). Niente! Poche e fittizie soddisfazioni in una lotta contro il tempo. La parte piacevole della storiella è che aggiorno abbastanza spesso una, forse anacronistica, ma tanto tanto comoda rubrica cartacea e quindi quella parte del lavoro è stata poco fastidiosa.
 I cari vecchi metodi sono davvero impagabili!


Si, lo so, ormai ci sono dei modi per salvare alcuni dati senza buttare tempo in velocissime copiature. 
Ma, è un discorso che non attacca molto con una come me che, forse perchè un pò impedita o forse perchè doveva fare di testa sua e basta, un'altra volta con questo giochino ha perso davvero tantissimi numeri.
Detto ciò, aldilà del fatto che ahimè dovrò comprarmi un altro cellulare, questo mi ha portato a riflettere sulla possibilità reale di riuscire a liberarmi di molto.
Decluttering, declutterin, decluttering, fortissimamente decluttering, ossia liberarsi dell'inutile per vivere meglio...
il tutto senza traumi.
Ho così iniziato un lavoro certosino, che, ci tengo a precisare , non è la prima volta che faccio.
Ma, forse questa è una svolta nella mia vita perchè sono riuscita a liberarmi di cose cui non avrei mai pensato di poter rinunciare.
E invece, MAI dire MAI...
Ho iniziato con il frigorifero: addio biglietti di mostre, cinema, funivie . Sono certa che Chagal e Doisneau non se la prenderanno. 
Ricordi cartacei di viaggi che prima mi creava scompenso solo l'idea di avvicinare al cestino, ora non hanno provocato nulla in me.
Depliant, piantine di musei e città sono partiti per un viaggio di non ritorno.
Poi ho deciso che avrei messo mano tra il materiale dell'università. Parliamoci chiaro, ho studiato giurisprudenza, cosa me ne faccio di codici stravecchi? E di fascicoli del Sole 24 ore di almeno 20 anni fa in cui campeggiava un bel cartellino con scritto "leggere", e io non ho mai avuto il tempo neppure di sfogliare (alcuni si, ma sono comunque davvero desueti)? E di tutto il materiale, codici compresi del mio amatissimo stage di diritto processuale penale francese fatto in Bretagna nel 2000 (conservato come una reliqua)?
NULLA.
Ed eccomi qui a mostrarvi il risultato parziale del mio operato che mi ha portato non poche 
ENORMI SODDISFAZIONI:
 Ma perchè insisto sul MAI DIRE MAI?
Perchè quello che sto per mostrarvi è da encomio, da medaglia d'oro al merito da ritirare riiigorosamente da VIVA, ci mancherebbe: è l'unica condizione che pongo, altrimenti ne faccio a meno volentieri... come ricevuta ;)
Eh sì, sono riuscita a buttare le mie preziosissime agende: mi hanno accompagnato in momenti belli e meno piacevoli, vi ho annotato orari di lezioni, piscina, palestra, numeri di telefono (quelli li ho ricopiati se non l'avevo ancora fatto. Abbiamo capito che in questo post l'argomento *telefono* è condicio sine qua non), date di compleanni, anniversari, mostre interessanti da visitare e tanto altro.
Prima di salutarle per sempre ho dovuto risfogliarle per verificare se ci fosse qualcosa di importante da copiare. Sono saltata indietro di anni, ho riso, mi sono data della sciocca, mi è scesa anche qualche lacrima, ed infine ho fatto ciò che avevo deciso: diviso le copertine dalla carta ringraziato e salutato per sempre.
Dal mio decluttering ho ricavato comunque un bel bottino:
prima di tutto SPAZIO, 
e poi carta per appunti
Alcune copertine plastificate di appunti rilegati, già pronte per essere lanciate nel cassonetto della plastica e sono stata salvate solo perchè ho valutato un riciclo intelligente grazie a Santa Big shot
 una meravigliosa quanto integra scatola di matite acquarellabili

Tantissime cartelline in plastica trasparente che sono vendute a peso d'oro
 Una pallina da tennis che non rimbalza più e farà felice Ares, il cane del vicino (non chiedetemi cosa ci facesse una pallina da tennis in mezzo ai libri:  non è che non voglia rispondervi...è che non so la risposta)
E poi altri due oggetti cui non sono ancora pronta a far uscire di casa. Abbiamo tutti dei limiti!
Il cubo di Asterix che spero di riuscire a aggiustare
E questo preziosissimo cimelio, che ha segnato una svolta nella mia vita di bimba della scuola media che non era mai stata attratta dagli autografi e ha dovuto superare tutta la sua timidezza per avvicinarsi all'artista di cui la sua mamma le aveva sempre raccontato la storia e...trovare il coraggio di chiederle una firmetta. 
Tutto sommato è abbastanza comprensibile: 
riuscite a defifrarlo?
E' l'autografo di Carla Fracci, incontrata la sera prima di una sua recita, tra il pubblico a vedere un altro spettacolo cui anche io assistevo con la classe di allora.
Mi ricordo che una mia compagna, ben più temeraria di me, mi aveva confidato che dopo aver avuto l'autografo era riuscita ad accarezzare il suo collo di pelliccia. Una rivelazione che mi aveva lasciato perplessa. Oggi quando incrocio quella mia ex compagnetta ormai mamma, l'istinto è sempre uno: chiederle come le fosse venuto in mente di fare una cosa che avevo reputato stupida anche allora. Poi il buonsenso prevale e lascio perdere...
Ora vi saluto e vi auguro una piacevole e serata.
Io vado a fare un'altra ricognizione in vista del prossimo acquisto... 

 

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